La guerra in Iraq è stata un conflitto militare che si è svolto dal 2003 al 2011, tra le forze statunitensi alleate e l'Iraq guidato dal presidente Saddam Hussein. La guerra è stata principalmente motivata dal sospetto che l'Iraq possedesse armi di distruzione di massa (ADM), che tuttavia non sono mai state ritrovate.
Gli Stati Uniti e i loro alleati, principalmente il Regno Unito, hanno invaso l'Iraq con l'obiettivo di rovesciare Saddam Hussein, destabilizzando il governo e cercando di stabilire una democrazia nel paese. Le forze di coalizione hanno rapidamente sconfitto le forze militari irachene, costringendo Saddam Hussein alla fuga.
Dopo la caduta di Saddam Hussein, l'Iraq ha affrontato una serie di sfide, incluso un crescente conflitto settario tra la maggioranza sunnita e la minoranza sciita. L'assenza di un governo centrale forte ha permesso l'emergere di gruppi estremisti come Al-Qaeda e in seguito l'ISIS (Stato Islamico dell'Iraq e della Siria).
Le truppe statunitensi si sono ritirate ufficialmente dall'Iraq nel 2011, ma il paese ha continuato a sperimentare instabilità politica e violenza. Nel 2014, l'ISIS ha conquistato vaste aree dell'Iraq, costringendo l'intervento internazionale per combattere e sconfiggere il gruppo terroristico.
La guerra in Iraq ha causato un alto numero di vittime sia tra i civili iracheni, sia tra le truppe coalizzate. Ha anche sollevato dibattiti e controversie sulla legittimità e sulla gestione del conflitto, nonché sulle conseguenze a lungo termine per l'Iraq e per la regione.
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